Nell’ Augurarvi Buone Feste e comunicarvi che il Centro riapre il 7 gennaio 2019
allego il messaggio di Swamiji
SADHANA
di Swami Gurupuja Saraswati
13 dicembre 2018 La pratica spirituale viene chiamata sadhana. A cosa miriamo, cosa vogliamo realmente? Questa
chiarezza dovrebbe precedere l’impegno a fare una pratica spirituale costante. Le nostre menti sono spesso confuse, ogni giorno prendiamo decisioni diverse, modifichiamo atteggiamenti ed obiettivi scelti in precedenza. Ci sono idee vacillanti che ci fanno rimanere sulla superficie della vita. Quando una persona si ammala, quella persona non sa che c’è un disequilibrio, finché non arriva qualcuno capace di guarirlo e con una maggiore conoscenza di quel tipo di disturbo.
Se l’ignoranza è il fulcro della nostra esistenza, non c’è via d’uscita. Abbiamo bisogno di un mezzo che ci risvegli alla consapevolezza. E’ richiesto un dono di energia per liberarci.
Abbiamo bisogno di un modo, di una sadhana per accedere ad un processo di trasformazione.
La strada verso la consapevolezza inizia comprendendo che non esiste nulla come il possesso, dob- biamo conoscere e sperimentare tutto assumendo posizione di un osservatore non coninvolto.
Un vero sadhaka aspira ad una consapevolezza focalizzata, totale e dinamica in tutte le condizioni della vita.
Egli è appassionato nel cercare un maestro, un essere con una consapevolezza più alta, che può i- struirlo nella giusta sadhana.
La mente limitata non è in grado di decidere la sadhana corretta, questa è una delle ragioni per cui alcune persone cambiano le pratiche costantemente mentre fanno yoga così, si continua a fluttuare nell’ignoranza e nell’ego.
Quando un sadhaka pratica regolarmente una sadhana costante di adeguata potenza, è iniziato al sentiero spirituale. Una volta ricevuta, una sadhana adeguata la si dovrebbe trattare come una gem- ma preziosa da valorizzare e praticare con la massima umiltà e pazienza.
Om
Gurupuja
Tanti auguri di buone feste
Loredana
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